Vai al contenuto

Depressione: il male di vivere

depressione

Depressione in senso lessicale significa avvallamento, diminuzione. Riferito al sistema umano il termine indica la rottura di un equilibrio e un conseguente “avvallamento” verso il basso dello stato d’animo percepito come avvilimento. E’ un’esperienza che accompagna gli esseri umani fin dall’origine in quanto collegata all’umana sofferenza. Negli anni Cinquanta del secolo scorso arrivano le prime sostanze psicotrope che tenderanno ad oscurare gli interventi che le varie epoche mettevano a disposizione, ognuno fedele alla propria eziologia: dai preparati erboristici alle cure termali, dalla preghiera ai consigli morali; dall’opera di convincimento razionale all’elettroschock e alla lobotomia. La sistematizzazione del DSM (Manuale Statistico dei disturbi Mentali dell’ American Psychiatric Association) nelle sue cinque edizioni, segue la logica della ricerca eziologica che è sempre stata rassicurante per l’uomo. Il termine “depressione” è sicuramente il più usato e abusato degli ultimi vent’anni e uno dei più ricercati su internet. Poliedrica la manifestazione sintomatica come mancanza di sonno, appetito, attenzione, manifestazione di apatia, ritiro dalla vita sociale, incapacità di provare piacere. Con le colleghe Tiziana Verbitz, Laura Pettenò e il Centro di Terapia Strategica abbiamo condotto una lunga ricerca empirica, studiando come si forma, si mantiene e s’interrompe l’ideazione depressiva, come il paziente subisce la realtà non essendo in grado di affrontarla e come rinuncia trasformandosi in vittima di se stesso, degli altri o del mondo. La formazione della depressione, quando non è in relazione con un lutto, una perdita, un abbandono o un trauma, segue la struttura illusione/ delusione/ depressione. Abbiamo mostrato come la depressione sia prevalentemente secondaria ad altri disagi o disturbi non curati come ed esempio gli attacchi di panico. L’intervento clinico per sbloccare il meccanismo depressivo si focalizza sulla relazione che i pazienti intrattengono con se stessi, con gli altri e con il mondo; in altre parole sulla modalità stessa che li ha portati ad assumere la posizione di vittima. La depressione non è quindi vista come una malattia, ma come una sofferenza, effetto di disagi diversi tutti accomunati da uno stesso atteggiamento: la rinuncia. Ad oggi la percentuale di successo sui casi di depressione trattati con la psicoterapia breve strategica è intorno al 75%.

Libri consigliati: G.Nardone “Le emozioni, istruzioni per l’uso” 2020A.Bartoletti “Pensieri brutti e cattivi” 2019G.Nardone “Cavalcare la propria tigre”2003; L.Ariosto “Orlando Furioso” 1526. E.Muriana, T.Verbitz ” Se sei paranoico non sei mai solo. Dalla sospettosità al delirio paranoico” Alpes ed.2017E.Muriana, L.Pettenò, T.Verbitz “I volti della depressione” 2006E.Muriana,T.Verbitz “Psicopatologia della vita amorosa” 2010.