Sulle dinamiche tra genitori e figli si può affermare: «Dimmi come funziona la tua famiglia e ti dirò chi sei»; ma vale anche l’inverso: «Dimmi chi sei e ti dirò in che famiglia vivi». Non sempre è così lineare, ma circolare sì. Anche nel sistema famiglia ognuno influenza ed è influenzato dagli altri. Le relazioni dentro le famiglie si evolvono come le società e gli individui, influenzandosi reciprocamente. Negli ultimi decenni si è assistito ad un grosso interesse per le discipline psicologiche, sociali e mediche nei confronti delle dinamiche della famiglia e del ruolo del parenting, cioè del ruolo dei genitori nello sviluppo sano dei figli, sia mentale che comportamentale. Da qui ne è derivata una numerosa letteratura scientifica, anche se si tratta per lo più di testi che non offrono indicazioni chiare, concrete ed applicabili dai genitori per aiutare i figli quando questi mostrano difficoltà o talvolta vere e proprie patologie. Il Centro di Terapia Strategica, attraverso la collaborazione dei ricercatori coordinati dal direttore, ha pubblicato il libro Aiutare i genitori ad aiutare i figli, esito di una ricerca durata dieci anni con l’obiettivo di offrire una mappa che metta in evidenza gli ostacoli, i problemi frequenti, le tattiche e le strategie finalizzate a sciogliere nodi relazionali apparentemente impossibili. E’ un manuale di pronta consultazione che permette subito di chiarire se si tratta di una difficoltà o già di un problema psicopatologico. L’esposizione è suddivisa per fasce di età, a partire dal periodo prenatale, durante il quale prende l’avvio il ruolo genitoriale e le possibili complicazioni connesse. Vengono poi passate in rassegna tutte le caratteristiche dello sviluppo seguendo i manuali di psicologia del ciclo di vita. Quindi, non solo le fasi di crescita infantile e dell’adolescenza ma anche oltre, fino a quando il ruolo dei genitori si debilita, le parti s’invertono e i figli diventano i loro responsabili. Una delle caratteristiche della Psicoterapia Breve Strategica è quella di prevedere una modalità di intervento del tutto originale: intervenire indirettamente attraverso i genitori con i bambini sotto i dodici anni. Le motivazioni prioritarie sono diverse: la giovane età non permette al bambino di collaborare consapevolmente e di utilizzare efficacemente le indicazioni del terapeuta. Primum non nuocere, diceva già Ippocrate, e quindi evitare l’etichettamento diagnostico e anche la frequentazione clinica se non indispensabile. I genitori vengono responsabilizzati – e non accusati, anche se sono parte del problema − a collaborare nel ruolo di co-terapeuti; questo permette loro di intervenire puntualmente, con prescrizioni mirate, per interrompere ciò che mantiene il problema. La collaborazione dei genitori ci permette, fin da subito, di indagare e intervenire le dinamiche familiari, spesso disfunzionali, sia come causa che come esito del problema del bambino. Il loro puntuale intervento quotidiano, sia di relazione che specifico sul sintomo, aumenta l’efficacia del trattamento e ne riduce i tempi, sia per problemi di poca entità che per disturbi più seri, evitando così che il terapeuta incontri il bambino. I problemi frequenti nel bambino sono: paure, disturbi del sonno, enuresi, ansia da prestazione, fobia scolare, mutismo elettivo o selettivo, disturbo ossessivo-compulsivo, disordini alimentari, disturbo oppositivo-provocatorio. Dopo “amare”, il verbo “aiutare” è il più bello del mondo, e farlo in maniera efficace serve molto anche ai genitori che ritrovano la loro naturale funzione.
Libri consigliati: G.Nardone “Le emozioni, istruzioni per l’uso” 2020; A.Bartoletti “Pensieri brutti e cattivi” 2019; G.Nardone “Cavalcare la propria tigre”2003; L.Ariosto “Orlando Furioso” 1526. E.Muriana, T.Verbitz ” Se sei paranoico non sei mai solo. Dalla sospettosità al delirio paranoico” Alpes ed.2017; E.Muriana, L.Pettenò, T.Verbitz “I volti della depressione” 2006; E.Muriana,T.Verbitz “Psicopatologia della vita amorosa” 2010.