“Mi sono sempre difesa dall’angoscia del giudizio degli Altri evitandoli, lasciandomi risucchiare dalla solitudine e ora mi sembra di non voler bene a nessuno”. Le parole di una professoressa che ha rinunciato anche al proprio lavoro per le sue difficoltà relazionali con colleghi e allievi. Sempre attanagliata dal timore insopportabile che gli Altri vedessero in lei la sua debolezza, la sua incapacità di riconoscere le regole del gioco e di conseguenza di saper giocare. La colpa per non aver saputo difendere gli studenti deboli pur di difendere se stessa. Il tutto cucito nella trama della paura, della vergogna e del risentimento, che non ha mai trovato canali di espressione per mancanza di fiducia nell’interlocutore, sempre percepito con la spada del giudizio spregevole. Lei ormai vittima certa di ogni scambio relazionale. “Così sono passata dai rapporti formali a quelli inesistenti…”. L’incapacità di opporsi per paura del giudizio degli Altri l’ha portata a “subire sempre”. È questo il suo problema, che occupa il passato per quello che è stato, il presente per quello che vive e il futuro per la certezza dalla propria incapacità relazionale che non le permette di contare su se stessa; difendersi dagli Altri è il solo tema che la rimanda alla sua impotenza. Così, “per correttezza ho scelto il ritiro volontario dall’insegnamento”. La liberazione patologica supportata dalla morale. Il risultato è stato l’isolamento totale: la solitudine sofferta. E ora vive nel timore che le persone a lei prossime possano scoprire che non lavora più. La minaccia che gli Altri possano vedere la sua sconfitta è vissuta come una vergogna insopportabile. Non più vergogna ma perdita di onore. Un esito depressivo generato da un’ideazione di area paranoica.
Un processo mentale tutto imperniato nella correttezza che produce una costante erosione della propria autostima ma soprattutto della sua identità sociale…. l’impossibilità di risalire e riconquistare la dignità. Risultato: disadattati per eccesso di etica, una categoria paradossalmente in aumento. Sono problemi che alterano e cambiano il corso della vita. La difesa costante dal giudizio degli altri, porta sempre più verso l’isolamento, condizione patogena per eccellenza.
Il caso riportato è stato reso non riconoscibile per etica e per privacy.
Per approfondire:
E. Muriana, T.Verbtz, L. Pettenò I volti della depressione Ponte alle Grazie ed. 2006
E. Muriana, T. Verbitz Se sei paranoico non sei mai soli. Dalla diffidenza al delirio paranoico. Alpes ed. 2017
G.Nardone La solitudine. Capirla e gestirla per non sentirsi soli Ponte alle grazie ed. 2020