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Fobia: il volto patologico della paura

Fobia il volto patologico della paura

“La paura è un’emozione adattiva, è l’emozione della quale dovremo avere meno paura perché è quella che ci salva la vita continuamente; diventa un disturbo quando va oltre una certa soglia e limita la vita” dice G. Nardone, direttore del Centro di Terapia Strategica di Arezzo. La fobia è appunto una paura che è andata oltre una certa soglia soggettiva. Si distingue dalla paura perché, a dif­ferenza di quest’ultima, non scompare di fronte a una verifica della realtà, il fobico è perfettamente consapevole dell’irrazionalità dei suoi timori che tut­tavia non riesce a risolvere.

 Nella popolazione generale degli Stati Uniti, l’incidenza della fobia specifica  negli adulti va dal 7 al 9 %. In Europa le percentuali sono simili, mentre nei paesi asiatici, africani e latinoamericani le percentuali sono più basse: dal 2 al 4 % (Fonte: DSM – 5, 2013).

Le fobie possono essere tante quante sono le cose del mondo, dalle più bizzarre alle più ragionevoli.

Fobie più diffuse:

paura di perdere il controllo, un esempio frequente è la paura di perdere il controllo mentre stiamo guidando l’automobile, così come la paura di svenire o delle vertigini.  La paura di volare, la più ragionevole poiché non è una competenza dell’uomo, così per alcuni è impossibile prendere un aereo o smettere di farlo per aver sviluppato una fobia. La paura dell’altezza (acrofobia)  la paura dei ragni (aracnofobia). La paura per spazi aperti (agorafobia), per quelli chiusi (claustrofobia), la paura di arrossire (eritrofobia), la paura dello sporco (rupofobia), la paura delle malattie (patofobia e ipocondria), la paura di camminare nei luoghi affollati, la paura del vento, degli specchi ecc….

I sintomi che si associano spesso alle fobie sono:

respirazione difficoltosa; vertigini; sudorazione eccessiva; secchezza della bocca; nausea; tremori; palpitazioni cardiache; incapacità di parlare o di pensare con chiarezza; paura di morire; paura di perdere il controllo di se stessi; sensazione di distacco dalla realtà. Tutti sintomi attivati da una paura incontrollabile che possono sfociare in attacchi di ansia o in più severi attacchi di panico, talvolta in disturbi strutturati come il Disturbo Ossessivo Compulsivo.

 La maggior parte dei modelli psicologici e psichiatrici di terapia, si occupano di ricostruire le cause passate di un problema presente con la convinzione che una volta svelate e rese consapevoli, il problema svanisca. In realtà non esiste alcuna connessione “causa lineare” tra come un problema si è formato e come questo persiste; né soprattutto tra come il problema si è formato e come può essere cambiato o risolto. Invece esiste una “causalità circolare” tra come un problema persiste e ciò che le persone fanno per risolverlo senza successo.

Chi soffre di una fobia cerca di evitare le situazioni che scatenano la paura o di affrontarle con l’aiuto di qualcuno:

   Proprio queste Tentate Soluzioni incrementano la reazione fobica e possono portare la persona ad isolarsi anche totalmente. In Terapia Breve Strategica,  invece di sfuggire o resistere inefficacemente alla paura  cercando di reprimere le risposte psicofisiologiche, la persona viene guidata ad imparare  ad evocare ancora di più e  volontariamente la paura per portarla a saturarsi nei suoi eccessi.  La paura risponde ad un meccanismo paradossale: più la evoco, più l’annullo fino a riconquistare completamente la fiducia in se stessi. E’ la tecnica della peggiore fantasia o Worst Fantasy, studiata da Giorgio Nardone e Paul Watzlawick:    immaginarsi prima in un luogo sicuro e rassicurante l’oggetto fobico.

  Ciò che è essenziale è cambiare le tentate soluzioni disfunzionali in atto per interrompere il circolo vizioso che alimenta la persistenza del disturbo. Una volta interrotta la percezione che scatena la fobia, il cambiamento sarà inevitabile. Ciò condurrà ad un nuovo equilibrio basato su nuove percezioni. Una nuova  “consapevolezza operativa” ossia la  capacità di gestire strategicamente la realtà che ci circonda: “non sono le cose in sé che ci preoccupano, ma l’opinione che noi abbiamo di esse” (Epitteto).

Efficacia del trattamento

La terapia strategica è un intervento breve e focale orientato all’estinzione dei disturbi presentati dal paziente, e le fobie con il 92% di soluzione, sono parte della nostra best pratice. TBS non è una terapia superficiale e sintomatica, ma un intervento radicale, poiché mira alla ristrutturazione delle maniere attraverso le quali ognuno costruisce la realtà che poi subisce.